Avvento, tempo di attesa

Cari confratelli,

l’inizio dell’Avvento ci ricorda che la nostra vita è vera se siamo in attesa: non ripiegati su noi stessi, ma in tensione verso Colui che ci ha chiamati con la sua grazia e ci ha donato la sua amicizia; non in balia di giornate grigie e monotone, ma desiderosi di spenderci con sempre maggiore generosità per Dio e i fratelli.

L’attesa e la speranza sono tipiche della vita religiosa che, ci ricorda il Concilio, «meglio manifesta a tutti i credenti i beni celesti già presenti in questo tempo, meglio testimonia l’esistenza di una vita nuova ed eterna, acquistata dalla redenzione di Cristo, e meglio preannunzia la futura resurrezione e la gloria del regno celeste» (Lumen gentium, n. 44). Ma se questa tensione viene a mancare, cosa rimane? Solo amarezza e rimpianto o, nel migliore dei casi, un vuoto attivismo. Su questo vi suggerisco di leggere, magari anche in un Consiglio di famiglia, un articolo di Adrien Candiard intitolato È ancora proponibile la vita religiosa? apparso recentemente su Settimananews (e riprodotto anche in queste pagine del CUI). In questo testo, c’è l’invito a tornare al fondamento della nostra vocazione, che è il dono di sé. Senza la tensione verso il dono di sé, non può esserci che lamentela, critica, amarezza (ovviamente sempre causate da qualcun altro che non ci comprende o valorizza).

Un salutare richiamo alla centralità del dono di sé ci viene dalla testimonianza di padre Martino Capelli. Come già sapete, lo scorso 21 novembre il Santo Padre ha autorizzato il Dicastero delle Cause dei Santi a promulgare il decreto riguardante il suo martirio. Questo significa che p. Martino sarà presto beatificato, probabilmente nel settembre 2026, insieme a don Ubaldo Marchioni e al salesiano don Elia Comini. Il Superiore generale, pochi minuti dopo la pubblicazione della notizia, mi ha telefonato per congratularsi con tutta la Provincia ITS; nei giorni successivi, poi, ha nominato una Commissione preparatoria per la beatificazione, di cui fanno parte anche p. Marco Bernardoni, superiore della comunità dello Studentato e la dottoressa Simona Nanetti, segretaria provinciale. Per la nostra Provincia, naturalmente, non si tratta solo di organizzare un evento, per quanto solenne e suggestivo. Si tratta, invece, di conoscere meglio la figura di padre Capelli e degli altri sacerdoti che come lui hanno deciso di rimanere vicino alla gente, a rischio della loro stessa vita, per testimoniare l’amore e la consolazione del Cuore di Cristo. E si tratta, ancor di più, di fare in modo che il loro esempio illumini noi e le persone con cui veniamo in contatto, per far sì che la nostra vita realizzi il suo vero senso: «un dono che si compie nel donarsi» (Evangelium vitae, n. 49).

Mentre rivolgo a tutti voi l’augurio di un Avvento che risvegli l’attesa del Cristo che viene, ricordo specialmente quanti stanno vivendo momenti di difficoltà o di malattia. Affidiamo al Signore p. Pierino Natali che ci ha lasciato qualche giorno fa.

Tanti cari auguri, infine, a quanti compiono gli anni nel mese di dicembre: Pierluigi Cabri, Daniele Piccini, Gabriele Preghenella, Giampietro Brunet, Amerio Viviani, Riccardo Regonesi.

Uniti nel Cuore di Cristo

p. Stefano Zamboni, S.C.I.
Superiore provinciale ITS

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