XXIII Capitolo generale – Udienza da papa Francesco

«Voglio che finisca bene questo processo di beatificazione»: così Papa Francesco al capitolo generale dei sacerdoti del Sacro cuore di Gesù (dehoniani), a proposito del processo di beatificazione del fondatore di questo ordine religioso, Leon Gustav Dehon.

Dichiarato venerabile da Giovanni Paolo II nel 1997,  la causa di beatificazione di Dehon fu rinviata nel 2005, e poi durante il regno di Benedetto XVI, a causa delle accuse di antisemitismo mosse ad un suo scritto.

Dopo il saluto del nuovo superiore generale p. Heinrich Wilmer, Francesco ha lasciato da parte il discorso che aveva preparato («I discorsi sono noiosi»), ed ha pronunciato un discorso a braccio, iniziando da un ricordo del passato del dehoniano e vescovo argentino Virginio Domingo Bressanelli: «Preferisco dire due o tre cose della mia esperienza in Argentina», ha detto Bergoglio. «La mia esperienza è stata di un amico che faceva il maestro di novizi era stato eletto per venire al capitolo generale, io ero rettore della facoltà in quel tempo, lui era vicino, ed ha detto: “No, preferisco che mandate un altro, io rimango nascosto”. E questo amico nascosto ha ricevuto una telefonata che era stato eletto superiore generale! Povero Virginio, che non voleva, ha fatto 12 anni da superiore generale. Poi è tornato per lavorare anche con i giovani, i formandi, e un giorno gli hanno detto che il nunzio lo chiamava e lui ha detto: “Dite che non sono qui” e si è nascosto un’altra volta. Alla fine il nunzio mi ha chiamato per trovarlo: “Lei sa dov’è”. Io sapevo, e ho detto: “Non so, cercherò”, ma poi ho detto a Virginio: “Ti chiama il nunzio”, e lui: “Ma io non voglio”… ed è finito vescovo e vicepresidente della conferenza episcopale, bravo! Ho conosciuto tanti bravi confessori uomini di misericordia, dehoniani – ha proseguito il Papa – mi piace questo motto: la misericordia in comunità per andare al mondo, alla gente. Uscire da se stessi come, permettetemi di dire, il quasi beato Dehon!», ha proseguito Bergoglio tra le risate dei presenti. “E’ – ha continuato in riferimento ai problemi della causa di beatificazione – un problema dell’ermeneutica: si deve studiare una situazione storica con l’ermeneutica di quel tempo, non con il tempo di adesso. Lui aveva chiesto la grazia dell’umiliazione e si vede che Dio gliel’ha data dopo la morte. Ma lui è stato un grande intercessore, e una cosa di Dehon che mi ha colpito tanto sempre è quella preghiera che raccomandava di fare davanti al santissimo sacramento, tutti i giorni, per la Chiesa, l’unità della chiesa, uscire ma pregare. “Ma padre – potrebbe dire qualcuno – c’è tanto lavoro, è una perdita di tempo”: perdete il tempo lì – ha continuato il Papa – è un buon modo di perdere il tempo. Con misericordia».

«Il mondo – ha proseguito il Papa – è ferito, ha bisogno delle carezze di Dio. Edonismo, odio, volere il potere: il mondo è ammalato, ci sono tante malattie. Il Signore vi chiede a voi: carezze di misericordia, anche nel confessionale, siate misericordiosi. Signore Gesù, diciamo nell’atto penitenziale della messa, tu che sei venuto a perdonare e non a condannare abbi pietà di noi: Gesù non si spaventava dei peccatori ma andava a pranzo con loro. Misericordia e non sacrificio, mi piace tanto questo che voi avete scelto come motto della vostra congregazione e preghiamo il Signore perché i religiosi che diano la testimonianza della misericordia, alla fine è quello che conta trovare Gesù, essere guarito da Gesù, perdonato da Gesù. Forse – ha proseguito il Papa – qualcuno di voi penserebbe: ma se il papa sapesse le cose grosse che io ho fatto… Tutti siamo peccatori, non abbiate paura se qualcuno di voi ha fatto cose grosse, la festa che farà il signore quando vi ritroverà sarà grossa, una festa della misericordia. Fate la trasmissione della misericordia. Pregate per me nell’umiltà, anche nell’umiliazione come il vostro fondatore vi ha chiesto. Voglio che finisca bene questo processo di beatificazione Io prego per voi. Vi incito a pregare la madre della misericordia, pregate per me».

[ da Vatican Insider ]

 

Print Friendly, PDF & Email