P. Ilario Cavaliere

Nato a Castelgomberto (VI) il 23.04.1933, lì era stato battezzato il 29.04.1933 e cresimato il 09.11.1941. Entrato come Postulante ad Albino il 28.06.1950, ha compiuto il noviziato ad Albisola dove emise la prima professione il 29.09.1953 per poi arrivare alla professione perpetua il 29.09.1956.

È stato Cooperatore, autorizzato a passare giuridicamente alla classe dei “chierici” con decreto del Superiore Generale, in data 06.08.1974 Il Passaggio è stato fissato dal Superiore Provinciale al 15 agosto 1974.

Ha prestato servizio per anni in terra argentina, a partire dal 27.10.1964, tanto che ha seguito là i corsi teologici, presso il Seminario interreligioso di Córdoba.

Ha ricevuto il Diaconato (in un primo tempo come diacono permanente) il 08.09.1974 a Malagueño e successivamente il Presbiterato il 09.09.1980. Ha trascorso 50 anni della sua vita in Argentina, impegnato nella pastorale parrocchiale fino al 2017, quando ha fatto domanda di poter rientrare in Provincia ITS, nella Comunità di Padova, per motivi di salute.

Si dilettava con la scrittura tanto che lui stesso, in un suo documento, dice di aver raccolto circa un’ottantina di scritti ispirati da circostanze, osservazioni e meditazioni. Si lanciò anche sul “teatro” con “Dramma sul colle” in rima e“Ritorno alla Foresta” in semi-rima. Ha redatto anche una sorta di autobiografia dal titolo “Grati ricordi”.

Così lo ricorda il Superiore provinciale. «(Omissis) Ieri sera (09.12.2020, ndr.), verso le 20.45, ho ricevuto una telefonata di p. Marino Bano. Mi chiamava dal Pronto Soccorso di Padova, dove era stato portato alle 18.15 p. Ilario. Tornando dalla parrocchia del ss. Crocifisso, p. Ilario ha attraversato la strada fuori dalle strisce – purtroppo era un’abitudine che non ha mai corretto, nonostante i richiami dei confratelli – ed è stato travolto da un’auto.

Sopraggiunta l’ambulanza, p. Ilario era vigile e presente a se stesso, e la situazione sembrava sotto controllo. Al Pronto Soccorso è stato subito sottoposto a una TAC, che ha riscontrato un trauma cranico, fortunatamente senza emorragie interne, ma anche una frattura del bacino, che ha consigliato un intervento chirurgico. Purtroppo, terminato l’intervento p. Ilario non ha mai ripreso conoscenza, finché non è spirato per arresto cardiaco, verso le 6.00 distamattina.

Uomo di valore, anche se non da tutti conosciuto, con una schietta umanità che ha saputo canalizzare in una creatività efficace, anche se umile e nascosta. (omissis)»

Anche il Superiore provinciale dell’Argentina, p. Juan Domingo Griffone, ha mandato al Segretario provinciale un messaggio in ricordo del confratello scomparso improvvisamente «(omissis) L’intera Provincia SCJ ARG ed i fedeli delle parrocchie dove padre Ilario ha servito negli anni, si uniscono al dolore della sorella Provincia ITS e dei suoi parenti. È sempre stato un religioso e sacerdote umile, fedele e gioioso. Ringraziamo Dio per la sua presenza in mezzo a noi. Preghiamo per il suo eterno riposo e che il Sacro Cuore di Gesù lo accolga nel suo Regno. Saluti fraterni.» Padre Ilario Cavaliere si è spento all’alba del 10 dicembre 2020.

Un ricordo di padre Marino Bano

“…imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime”. (Mt. 11,29)

Con certezza questo testo evangelico ha illuminato tutta la vita di p. Ilario e ne riassume bene tutta la sua esistenza. Uomo mite e umile, ma anche sempre sereno, con il sorriso in bocca, contento della vita, un prete che sapeva infondere fiducia e serenità a chi gli stava accanto.

Una vita donata a Cristo e ai fratelli. Per più di cinquant’anni missionario in Argentina, parroco in varie realtà, dalla periferia della grande città alla Pampa argentina, ma sempre con l’unico intento e zelo di testimoniare l’Amore del Cuore di Cristo per gli uomini e specialmente per gli ultimi.

Rientrato in Italia dopo tanti anni di missione a causa della salute, non è stato facile per lui, reinserirsi in una realtà totalmente diversa e a tal proposito scriveva nei suoi appunti: “… il ritorno in Italia, non essendo previsto e calcolato, non è stato certamente facile. Ho cercato di vedere anche in questo la volontà del Signore come in altri cambiamenti e tappe della vita precedenti. Dopo 51 anni vissuti in Argentina con uno stile molto più semplice, diretto e spontaneo trovarsi a combattere con burocrazia, privacy, etichetta da rispettare, ecc. ecc., non è stato facile e bisogna dar ragione al buon Qoelet quando dice che –Dio fece l’uomo semplice, ed egli si complicò con molte cose-”.

Da fine settembre del 2015 p. Ilario si inserisce nella comunità della Scuola Missionaria di Padova sede del SAM e della Procura. Qui è in buona compagnia con altri missionari rientrati o passati dall’Africa e come è suo costume, fin da subito, si mette a servizio della comunità e del territorio.

Fra i suoi copiosi appunti c’è anche questa annotazione: “Al missionario che rientra in Italia fa molto bene sentirsi ancora utile in qualcosa, anche nel servizio pastorale, magari solo con qualche consiglio e l’ascolto, mettendo a disposizione la ricchezza della sua esperienza”.

E questo p. Ilario ha fatto nella Comunità di Padova. Sempre disponibile anche per i servizi più umili, pronto a dare una mano a tutti, sempre alla ricerca di rendersi utile.

Se ti vedeva fare qualcosa, anche cose al di là delle sue competenze o capacità, inevitabilmente ti chiedeva: “posso aiutarti… posso fare qualcosa?”.

Scherzosamente incaricato in comunità come “addetto alle feste” non si lasciava sfuggire nessuna occasione o ricorrenza per tirare fuori la “bottiglia magica della grappa”, magica perché il contenuto non finiva mai e sempre veniva rabboccato, per creare un po’ di festa e di allegria.

E poi la passione per l’orto: “mi è sempre piaciuto avere, ovunque andavo, un’aiuola e una vite, per coltivarle, intrattenermi e goderle…”. Anche se l’orto a Padova non gli dava grandissime soddisfazione, a causa di un terreno di riporto molto magro, lo curava con passione, disputando poi con gli altri “esperti” agricoltori della comunità sui tempi e le modalità di raccolta dei frutti.

Ma la sua vera e grande passione è sempre stato il ministero pastorale che a Padova ha esercitato soprattutto nella parrocchia del Crocefisso senza disdegnare, ma sempre con grandissima disponibilità, servizi vari nel vicariato o nei vari gruppi ecclesiali. Ss. Messe, visita ai malati, gruppo S. Vincenzo, gruppo missionario, ma soprattutto il ministero della Riconciliazione sono stati l’impegno costante, quotidiano, che hanno contraddistinto il suo impegno ministeriale.

Importante per p. Ilario anche la devozione a Maria: quando è stato investito aveva il rosario in mano. Dal santuario di Monte Berico a quello di Oropa che hanno segnato la vita con la sua famiglia, al santuario della Pace ad Albisola (SV) dove si è svolta la sua formazione, fino al santuario di Nostra Signora di Luján patrona dell’Argentina e la Vergine di Guadalupe patrona dell’America Latina, Maria è stata una presenza e un riferimento costante nella vita di p. Ilario, una vita donata a Cristo e ai fratelli con entusiasmo come appuntava alla fine del noviziato:

devo essere entusiasta della vita religiosa ed in essa vedere sempre la parte migliore, più che le difficoltà. Nell’obbedienza non vedere una schiavitù, ma la volontà di Dio che ci conduce a lui.

Nella povertà non il peso, ma la libertà che essa procura.Nella castità non la rinuncia, ma la virtù che ci assimila a Dio”

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