Buona Pasqua

Pasqua: che voglia! Anch’io nei giorni scorsi ho inviato messaggi di invito alla speranza nella concretezza della Pasqua. Anch’io stanotte ho acceso una candela, anch’io ho cantato il Gloria e l’Alleluia. Ho perfino indossato un abito nuovo, come si usava fare – una volta – solo nelle grandi occasioni. Eppure qualcosa dentro mi nega il senso del compiuto. Un dubbio che mi dice: deve essere Pasqua, ma non lo è.

Sarei vigliacco a lamentarmi del mio, anche se la «nuova creatura» la vedo allo specchio dell’anima già segnata dalle rughe. A impedirmi di credere sia Pasqua del tutto sono ancora i troppi calvari con le croci piantate. E non sono vuote. Troppi inferi in lista di attesa per una visita del Cristo risorto annunciata nel Credo. Troppi sepolcri dai quali nessuno ha ancora rimosso la pietra. La risurrezione di Cristo è appena iniziata, non è ancora del tutto compiuta. Il Figlio di Dio fatto uomo ha bisogno di essere aiutato a risorgere, come ha avuto bisogno di essere aiutato da una donna a nascere. «Do compimento a ciò che, dei patimenti di Cristo, manca nella mia carne, a favore del suo corpo che è la Chiesa» (Col 1,24). Se c’è bisogno di completare nella mia carne la passione di Cristo, a maggior ragione ci sarà bisogno di completare anche la sua risurrezione. La Pasqua sarà compiuta in lui quando sarà compiuta in noi. Aiutiamolo a rimuovere la pietra dal sepolcro. Aiutiamolo a risorgere.

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