XI Capitolo ITS – Amministratori fidati e prudenti

«Chi è dunque l’amministratore fidato e prudente?»: questo l’interrogativo posto dal vangelo del giorno ai padri capitolari, nel tempo della discussione e approvazione (via standing ovation) della Relazione economica presentata dall’economo provinciale, p. Giacomo Cesano.

Stefano Zamboni, che presiedeva l’eucaristia, ha preso il baricentro della pagina evangelica e l’ha portato sui due aggettivi: fidato e prudente. “Competenze” richieste ad ognuno di noi, alle nostre comunità e alla Provincia, cui sono stati affidati i tesori del Regno: «annunciare alle genti le impenetrabili ricchezze di Cristo» (Ef 3,8). Per parte sua, Dio è “imprudente”, perché “si fida” di noi.

Prudenza è partecipazione. «Nella concezione gerarchica preconciliare al singolo religioso non doveva interessare nulla di quanto disponevano i superiori», diceva p. Giacomo concludendo la Relazione economica; «Ora il singolo non può disinteressarsi, perché il suo “non mi riguarda” ha comunque una conseguenza immediata».

«Spiritualità ed economia sono strettamente connesse tra loro: ogni concreta scelta economica ci deve portare a fare i conti con la nostra identità religiosa e spirituale»: è un’indicazione ricavata dal lungo cammino di preparazione condotto nelle comunità e riportata nello Strumento di lavoro, sul quale ora si va a lavorare.

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